Ci stiamo abituando a leggere l’etichetta dei cibi prima di comprarli perché vogliamo sapere da dove vengono e cosa contengono. Eppure, spesso non ci viene in mente di fare la stessa cosa con gli abiti che acquistiamo. Anche se staranno a contatto con la nostra pelle per decine di ore. Le certificazioni tessili sono vitali!
La moda sostenibile non può esistere senza certificazioni garanti di questo appellativo. Le certificazioni tessili a disposizione sono numerose e ciascuna attesta un diverso ambito di impegno: dal rispetto dell’ambiente a quello dei lavoratori e degli animali.
Certificazioni ambientali
Le certificazioni ambientali assicurano l’utilizzo di sostanze chimiche non dannose per l’ambiente in ogni fase della lavorazione: dalla coltivazione di piante come il cotone, fino ad arrivare al prodotto finito e commercializzato.

Il Forest Stewardship Council (FSC) è un certificato internazionale che conferma che la foresta viene gestita in modo da preservare la biodiversità e apportare benefici alla vita delle persone e dei lavoratori, assicurando anche la sostenibilità economica.
BlueSign offre un sistema di approvazione indipendente per l’industria tessile, che tiene conto dell’intero processo produttivo, riducendo al minimo l’impatto sull’ambiente e tutelando la salute umana. Aiuta inoltre a ridurre i costi di produzione e ad aumentare la competitività e l’innovazione.
Reach invece non è una certificazione, ma un regolamento europeo. Composto da più di 140 articoli, controlla tutte le sostanze chimiche prodotte o importate in Europa. È una regolamentazione redatta in collaborazione con Greenpeace, che attualmente vige su tutti i prodotti realizzati in Europa. Ma non su quelli realizzati al di fuori della Comunità Europea.
Un’altra importante certificazione è l’International Organization for Standardization (Iso) che si suddivide a sua volta in: Iso 14040 che certifica la gestione ambientale, i principi e il quadro di riferimento di quanto prodotto e Iso 14044 che riguarda invece la valutazione del ciclo di vita. Insieme standardizzano a livello internazionale il Life Cycle Assessment (LCA) che riguarda l’impatto di un prodotto sull’ambiente nel suo intero ciclo vitale.
Per i diritti dei lavoratori
Le certificazioni sociali assicurano invece degli standard per i diritti dei lavoratori: ore di lavoro, ferie, stipendi, sindacalismi, sicurezza sul lavoro, ecc. Tutti elementi che per la maggior parte di noi sono scontati e assicurati, ma che in molti paesi vengono invece ignorati o scavalcati. La maggior parte di queste certificazioni sono infatti vitali in Paesi come Cina, India, Bangladesh, Sud America, Africa, ecc.

Uno dei marchi più importanti è Fairtrade: un’organizzazione internazionale senza scopo di lucro (ONG) e principale certificatore di prodotti del commercio equo e solidale. È un ente che garantisce lo stato sociale dei lavoratori nei campi agricoli e all’interno delle aziende di produzione. E abbraccia anche l’aspetto ambientale, dettando le regole di base di una produzione ecosostenibile.
SA8000 è una certificazione applicabile in diversi ambiti, non solo nella moda. é una certificazione rilasciata dall’organizzazione Social Accountability Internation (SAI). Si occupa in primo luogo di verificare lo stato sociale dei lavoratori nelle aziende: salute e sicurezza, libertà di associazione, orari di lavoro, discriminazioni, retribuzione e altro ancora.
Per i diritti degli animali
Le certificazioni per i diritti degli animali hanno come scopo primario quello di stabilire e assicurare un set di regole per salvaguardare il mondo animale. La maggior parte di queste certificazioni cercano infatti di incentivare i brand di moda alla scelta di materiali e tessuti “vegan”, ovvero non di origine animale.

People for the Ethical Treatment of Animals (PETA) è un’associazione no-profit che si batte contro le violenze sugli animali. È la certificazione più conosciuta e riconosciuta.
Animal Free Fashion è un progetto della Lega Anti Vivisezione (LAV). Si pone come primo obiettivo quello di incentivare i marchi di moda a eliminare, o almeno diminuire drasticamente, l’utilizzo di materiali di origine animale. La certificazione assegna quindi un rating di valutazione corrispondente a V – VV – VVV – VVV+. Quest’ultimo viene assegnato solo alle aziende di moda che hanno deciso di rinunciare a tutti i materiali di origine animale.
Fur Free si pone come obiettivo l’eliminazione definitiva dell’uso di pellicce di origine animale nel settore tessile.
Responsible Dawn Standard (RDS) promuove e incentiva le pratiche che rispettano il trattamento umano e dignitoso di anatre e oche. Così come il Responsible Wool Standard (RWS) si occupa del benessere delle pecore e del terreno su cui pascolano.
Certificazioni per il biologico
Le certificazioni per il biologico vengono applicate solo ed esclusivamente a quei capi che sono stati realizzati in fibre naturali (non in fibre sintetiche o artificiali).

Global Organic Textile Standard (GOTS) garantisce che il prodotto proviene da agricoltura biologica e che i giusti criteri di salvaguardia dell’ambiente e della manodopera sono applicati in tutte le fasi manifatturiere del capo. GOTS è leader mondiale nella definizione degli standard di lavorazione tessile di fibre biologiche.
Organic Content Standard (OCS) è una certificazione emessa dall’ente Textile Exchange e garantisce che nel prodotto sia presente una certa percentuale di Cotone Biologico. Le fibre tessili naturali utilizzate devono categoricamente provenire da agricoltura biologica.
Certificazioni per il riciclo di risorse
Queste certificazioni attestano l’utilizzo di materiale riciclato. Sempre più aziende stanno cercando di reinventarsi e innovarsi per creare le future materie tessili.

Recycled Claim Standard (RCS) e Global Recycled Standard (GRS) sono gestiti dall’ente Textile Exchange. Certificano le aziende che producono con determinate quantità di materiale riciclato.
Plastica Seconda Vita (PSV) è un’etichetta che possiamo trovare su qualsiasi prodotto creato con plastica riciclata.
Queste sono solo alcune delle certificazioni disponibili. Serve conoscerle e riconoscerle per far sì che i nostri acquisti siano il più etici e sostenibili possibile. Quindi mi raccomando, iniziamo a informarci e a ricercare questi marchi quando andiamo a fare shopping.