Quante volte vi è capitato di leggere termini come “conscious”, “green”, “eco-friendly”. Ma sapete quanto spesso questi termini siano solo cavalli di Troia costruiti per confondere i compratori? Le tecniche di greenwashing sono ormai una realtà conclamata. E tutti noi sappiamo che molti brand portano avanti strategie comunicative persuasive e capaci di confonderci sulla veridicità delle loro azioni. E riuscire a capire se ci stiamo rapportando con un brand che sta realmente portando avanti iniziative sostenibili…non è affatto semplice. Ma esistono alcuni accorgimenti che possono aiutarci a combattere il greenwashing e fare scelte più consapevoli e sostenibili.

Le app anti greenwashing

Ciascuno di noi utilizza il proprio potere economico per scegliere liberamente come acquistare. Se ci stiamo approcciando al mondo della moda sostenibile, possiamo utilizzare diversi strumenti per orientarci tra le informazioni che ci vengono fornite dai singoli brand. 

Proprio perché la tecnica del greenwashing è diffusa, a volte non è semplice riconoscere se un marchio è realmente sostenibile. Per fortuna adesso abbiamo a disposizione diverse app e siti che ci danno la possibilità di ottenere informazioni a proposito di etica del lavoro, metodi di produzione e impatto sull’ambiente dei singoli brand. Ecco alcuni esempi:

Greenwashing: siti web che aiutano a scovarlo
  • Good on you: per ogni brand mostra una serie di punteggi secondo vari parametri (condizioni dei dipendenti, impatto ambientale e utilizzo di risorse animali). Offre anche un giudizio generale e suggerisce marchi sostenibili alternativi a quello che si sta visualizzando.
  • Renoon: funziona come un motore di ricerca. Mette a confronto i prodotti di diversi brand e permette così all’utente di valutare la sostenibilità di ciascuna scelta.
  • The good shopping guide: aiuta in consumatori a orientarsi nella scelta di vestiario, elettrodomestici, cibo, prodotti di bellezza (e tanto altro) realizzati da brand che si preoccupano di ridurre il proprio impatto ambientale e rispettare le persone e gli animali.

Un buon consiglio è di confrontare lo stesso marchio su più canali, in modo da avere una visione completa e oggettiva dei dati forniti.

La sezione dedicata

Un altro modo per reperire le informazioni relative alla sostenibilità di un marchio è cerca sul sito di quel marchio. Di solito il fatto di avere una sezione dedicata alla sostenibilità è già un buon segno, ma ovviamente non è sufficiente. Questo perchè spesso c’è dietro semplicemente greenwashing. Se individuate una pagina in cui vengono fornite informazioni sui materiali utilizzati per confezionare un capo di abbigliamento, sulle eventuali certificazioni, sulle sedi che realizzano i prodotti e sui lavoratori impiegati, siete sulla buona strada.

Sezioni dei siti web dove si parla del loro impegno verso la sostenibilità

Di solito l’impegno del brand verso la sostenibilità e l’etica è spiegato nelle pagine che si chiamano “Sustainability” “About” o “Mission”. Fate solo attenzione alle promesse che sono facili da fare e meno da rispettare. Contano di più i fatti reali, il racconto veritiero della situazione attuale dell’azienda e del suo impegno.

Le domande al brand

Se sul sito web di un determinato marchio non trovate la pagina dedicata alla sua filosofia e al suo impegno per l’ambiente, chiedetevi se il motivo è che chi ci sta dietro non intende fornire questi dati o se invece si tratta semplicemente di un brand nato da poco o artigianale. In questo caso non fatevi problemi e contattate direttamente il servizio clienti, utilizzando la mail presente sul sito o altri canali come Instagram. Fate tutte le domande che vi vengono in mente riguardo la produzione dei capi e i materiali. I brand sostenibili saranno ben felici di fornirvi tutte queste informazioni.

Leggere l’etichetta

Greenwashing: etichetta che è sempre bene leggere

Spesso non ci viene in mente di leggere attentamente le etichette degli abiti che stiamo acquistando, ma farlo è un’ottima abitudine. Ci consente di prendere coscienza del capo che abbiamo tra le mani. I brand sinceri non hanno paura di mostrare quello che stanno facendo per rendere più sostenibile la propria produzione. E spesso riportano tutto, sebbene in maniera semplificata, anche sulla stessa etichetta degli abiti. I materiali utilizzati, le certificazioni ottenute, il paese di provenienza non sono informazioni da nascondere ma da esaltare.  

L’Unione Europea ha anche istituito il marchio Ecolabel: un’etichetta ecologica che certifica che i prodotti o i servizi rispettano determinati standard ecologici. Tra gli standard troviamo: il ridotto impatto ambientale, la qualità del prodotto in termini ecologici, le certificazioni garantite da soggetti terzi e la valutazione dei requisiti sulla base di criteri scientifici attraverso la metodologia LCA (Life-Cycle Assessment, per conoscere tutte le singole fasi del ciclo produttivo).

logo Ecolabel: etichetta europea che garantisce gli standard ecologici

Informarsi, approfondire e riflettere sui brand è la soluzione migliore per non farsi abbindolare dalle false promesse e dalle parole ambigue. I marchi di moda sanno molto bene come aggirare la verità e confondere il compratore. Ma d’ora in avanti noi non ci faremo più fregare, giusto?