Bisogna fare una piccola premessa, forse anche scontata, ma cruciale. Gli abitanti della Terra sono in continuo aumento, e con essi crescono i loro consumi. Le risorse del nostro Pianeta, necessarie per soddisfare questi bisogni, sono invece limitate. Nell’Unione Europea si producono ogni anno più di 2,5 miliardi di tonnellate di rifiuti. Senza dimenticare che i processi di estrazione e utilizzo delle materie prime aumentano il consumo di energia e le emissioni di anidride carbonica. Alla luce di queste condizioni, si è fatta strada la necessità di mettere in piedi un nuovo modello economico.

Pianta tra le mani: economia circolare

Che cos’è l’economia circolare?

Ecco allora che nasce l’economia circolare, un termine che definisce un sistema economico pensato per potersi rigenerare da solo. L’economia circolare è un modello di produzione e consumo attento alla riduzione degli sprechi delle risorse naturali e consistente in condivisione, riutilizzo, riparazione e riciclo di materiali e prodotti già esistenti. Una volta che il prodotto ha terminato la sua funzione, i materiali di cui è composto, laddove possibile, vengono reintrodotti nel ciclo economico e possono essere riutilizzati all’interno del ciclo produttivo generando ulteriore valore.

La compagnia del cerchio: le 4 R

L’economia circolare si fonda infatti sui principi delle 4R, cioè:

Riduzione: la prima scelta fatidica, in un processo di sostenibilità, è quella di impiegare meno materiali possibile per la produzione. Ridurre significa infatti diminuire la quantità di materie prime e di risorse per estrarle e lavorarle.

Riutilizzo: dare una nuova vita e un nuovo scopo a un prodotto che ha completato il suo utilizzo primario, senza che questo sia trasformato. Qui serve fantasia e ottime capacità di previsione, ma gli oggetti possono davvero trovare un nuovo impiego, anche del tutto estraneo allo scopo per cui sono stati inizialmente creati.

Infografica deel 4 R dell'economia circolare

Riciclo: trasformare il rifiuto in materiali da utilizzare nuovamente, in questo modo non ci sarà bisogno di ricorrere ad altre materie prime per produrre nuovi oggetti. Così si risparmia e sono contenti tutti.

Recupero: quando l’oggetto ha completato il suo ciclo di vita e non può più trovare valore negli step precedenti, può sempre essere dismesso in maniera intelligente, affinché le sue componenti diventino materiale secondario, oppure contribuiscano a produrre nuova energia.

I vantaggi dell’economia circolare

Il bello dell’economia circolare è che porta con sé numerosi vantaggi, che vanno sicuramente a beneficio della nostra amata Terra, ma anche della nostra economia. Ridurre l’impiego di materie prime significa infatti ridurre la pressione sull’ambiente (meno estrazione delle materie prime = meno consumo di anidride carbonica). E poi saremmo con meno acqua alla gola anche per quanto riguarda il reperimento delle stesse materie prime (che sono sempre meno!).

Per non parlare dell’aumento della competitività che la ricerca e il progresso porterebbero di riflesso: se servono soluzioni alternative, sostenibili e smart…serve anche che qualcuno le sviluppi queste alternative (inventori del futuro è il vostro momento!). Tutto ciò darebbe quindi un forte impulso all’innovazione e alla crescita economica, creando anche nuove competenze e nuove occupazioni.

Ma tra il dire e il fare…

Ma nonostante i numerosissimi (per fortuna) esempi di aziende che hanno abbracciato con successo soluzioni circolari e nonostante la ricchezza di opportunità esistenti, i processi decisionali rimangono un fardello complesso. È richiesta la definizione chiara e precisa di azioni circolari specifiche, adattabili al profilo e agli obiettivi delle singole imprese. La complessità e il disorientamento sull’argomento sono ancora fortemente sentiti dalla maggior parte delle aziende, che percepiscono le strategie circolari come qualcosa di non applicabile a loro o troppo costoso e rischioso da implementare.

E l’Europa che cosa sta facendo?

Mappamodno che mostra l'Europa

A marzo 2020 la Commissione europea ha presentato il Piano d’azione per una nuova economia circolare che include proposte sulla progettazione di prodotti più sostenibili, sulla riduzione dei rifiuti e sul dare più potere ai cittadini, come per esempio attraverso il “diritto alla riparazione”.

A febbraio 2021 il Parlamento europeo ha votato per il nuovo Piano d’azione per l’economia circolare, chiedendo misure aggiuntive per raggiungere un’economia a zero emissioni di carbonio, sostenibile dal punto di vista ambientale, libera dalle sostanze tossiche e completamente circolare entro il 2050.

E nel marzo 2022, la Commissione ha pubblicato il primo pacchetto di misure per accelerare la transizione verso un’economia circolare.

Abbraccia anche tu l’economia circolare!

"Buy less, choose well, make it last" sull'importanza di una vita secondo le linee guida dell'economia circolare

Ma non dimentichiamoci che ognuno può fare la sua parte. Ognuno di noi può, nel suo piccolo, portare avanti il concetto di economia circolare. Come? Beh, di esempi ne esistono a centinaia. Ma visto che siamo un blog di moda…facciamo esempi inerenti.

  • Devi andare a un matrimonio. Vuoi metterti un abito da principessa Diana. Ma sai benissimo che poi quell’abito non lo metterai più. E allora che fare? Noleggialo!
  • Si è rotto quel bel paio di jeans che “mamma mia come mi stavano bene”. Che fai, lo butti? NO. Gli dai nuova vita e lo trasformi in shorts o in una bella pochette!

Potrei andare avanti all’infinito. Quindi niente scuse! È arrivato il momento di abbracciare l’economia circolare.