Forse ti starai chiedendo chi si cela dietro Glameen. In fondo, dietro ogni sito ci sono persone in carne e ossa (o almeno credo). Sicuramente nel backstage di Glameen vive un essere umano che pensa e progetta TUTTO. E quella persona sono io: Arianna Andolfo.
Proverò a raccontarti un po’ di me, anche se non è semplice mostrarsi attraverso parole scritte su di uno schermo. Ma ci tengo davvero a presentarmi. Credo sia un modo per ridurre le distanze tra autore e lettore. In fondo se sei qui è perchè sei interessat* a ciò che scrivo, e mi sembra giusto che tu mi conosca (almeno un po’). Quindi dai, partiamo!
Le origini
Correva l’anno 1999. La gente era euforica (e forse anche spaventata) per l’arrivo del nuovo millennio. La mia dolce mamma mi mise al mondo martedì 16 febbraio alle 17:45. Questo significa che sono nata sotto il segno dell’acquario, ascendente leone. Sarò sincera, io nell’astrologia ci credo. Ed effettivamente ho tutte le caratterstiche proprie dell’acquario. Ero una bambina bella paffuta e in salute. La gioia di mamma e papà insomma. Ho iniziato a camminare e a parlare piuttosto presto. E quello è stato l’inizio dei guai. Ti dico solo che alla vigilia di Natale del 2000 mi sono catapultata fuori dal passeggino per seguire mio fratello, ho sbattuto contro uno scalino e mi sono aperta la fronte. Ho ancora la cicatrice. Sì, ero una bambina “pimpante“.
L’infanzia
Sono stata molto fortunata. Ho avuto un’infazia bellissima. Non mi è mai mancato niente. Ringrazio ogni giorno per questo. Sono sempre stata una bambina molto socievole, sveglia e anche piuttosto egocentrica. Volevo sempre essere la star nelle recite scolastiche e mi piaceva essere al centro delle attenzioni. Diciamo che da piccola la timidezza non sapevo proprio cosa fosse. Sono stata la classica bambina maschiaccio: le ginocchia costantemente rovinate, i vestiti sempre sporchi di fango e con molti amici maschi. Adoravo Dragon Ball, i Pokemon, i Digimon (ecc…) e facevo la lotta con mio fratello un giorno sì e l’altro anche.
Ma nonostante il mio animo anticonformista, quando la gente mi chiedeva cosa volessi fare da grande, io rispondevo sempre che sarei diventata una principessa. Niente di più lontano dalla realtà. Ma da piccola mi sembrava un ottimo modo per fare tutto quello che volevo, senza dover chiedere aiuto o consiglio a nessuno.
Attività extrascolastiche
Mentre cervavo il modo per diventare una principessa, mi sono cimentata in diverse attività. Dovevo trovare la mia strada. Ho provato con il nuoto, il judo e la danza classica, ma non facevano per me. Alla fine ho trovato la mia vera vocazione nella ginnastica artistica. Era lo sport perfetto perchè univa eleganza e forza. Ho praticato questo sport per quasi 12 anni e ora sono tornata nella mia società come allenatrice. Niente di più bello e gratificante. Adoro formare e crescere nuovi ginnasti.
Ma lo sport non è stato l’unico punto fermo della mia vita. L’altro pilastro della mia giovinezza è stato il mondo dello scoutismo. Dall’età di 6 anni ho fatto parte della grande famiglia Scout: un ambiente straordinario che mi ha dato tanto. Lo scoutismo mi ha mostrato un mondo genuino: fatto di valori, rispetto e condivisione. Far parte della famiglia scout mi ha anche dato un’opportunità unica nel suo genere: partecipare al ritrovo mondiale degli scout (Jamboree) in Giappone nell’estate 2015. Un’esperienza che non so descrivere a parole. Bisogna viverla per capirne il valore. Ho ricordi bellissimi di questo capitolo della mia vita. Ricordi che porterò sempre con me.
L’adolescenza
La pubertà, come per tutti i ragazzi, è stata una fase complicata e confusa. Ma tuttosommato niente di così stravolgente. Avevo i classici complessi che hanno tutte le ragazzine: problemi di autostima, fatica ad accettare il mio corpo, momenti di sconforto perchè sembra che nessuno mi capisce, eccetera eccetera. Ma in fin dei conti ho un ricordo felice della mia adolescenza. Avevo tanti amici, la mia famiglia mi sosteneva e a scuola andavo bene. Di certo non mi posso lamentare: so che molti ragazzi attraversano momenti difficili in questa fase della vita. Io per fortuna non ne ho avuti. E anche per questo sono grata. La vita scorreva senza grandi intoppi: studiavo, continuavo con la ginnastica artisctica e con gli scout, uscivo con i miei amichetti e iniziavo piano piano a scoprire il mondo e me stessa.
Giovane adulta (si fa per dire)
Dopo la maturità dovevo fare una scelta importante, che avrebbe determinato (in parte) la mia strada futura: scegliere l’università. Brutto affare. Tante passioni e una sola strada da poter imboccare. Per fortuna i miei geniori (che mi conoscono meglio di me stessa) mi hanno aiutato a capire quale fosse la mia vera vocazione. E indovina un po’? Era la scrittura (un po’ scontato lo so). E così ho frequentato la triennale di Scienze umanistiche per la comunicazione all’Università degli Studi di Milano.
E ora anche questo step si è concluso. Mi sono laureata! Il prossimo gradino sarà la magistrale (che fino a poco tempo fa non volevo neanche fare…). Ah quasi diventicavo! Durante il terzo anno di università, ho avuto la possibilità di fare uno stage nella redazione di un giornale locale. E alla fine dello stage mi è stato chiesto di continuare come collaboratrice! Io ovviamente ho accettato senza neanche pensarci. E ora sono collaboratrice giornalistica in tutto e per tutto (mi sono fatta pat pat sulla spalla). Il resto della mia vita procede piuttosto bene: ho ancora i miei amici, mi sono fidanzata e la mia famiglia c’è sempre per me. Ci sono stati momenti difficili e ostacoli lungo il percorso, ma la vita non può essere tutta rose e fiori. Il dolore fa parte del gioco.
Piccola nota a margine
Ora ti svelo un piccolo segreto. Quest’ultimo anno è stato un po’ pesante per me. Avevo una tale confusione in testa e non riuscivo davvero a trovare me stessa. Questa fase di passaggio dalla giovinezza all’età adulta è sempre complicata. Iniziano ad arrivare le prime responsabilità, si devono fare i conti con le proprie scelte e ci si ritrova in un attimo catapultati nel mondo dei grandi. E questo spaventa. O per lo meno spaventa me. E come se non bastasse, abbiamo dovuto affrontare una pandemia mondiale che ha ridotto i momenti spensierati. Rinchiusi in casa. Da soli con i nostri pensieri (*brividini lungo la schiena*). Questo solo per dirti che, se anche tu hai passato un periodo difficile, non devi sentirti sol* e non devi avere paura di parlarne. Condividere i dolori li rende meno opprimenti.
Per ora è tutto. Ci sarebbero altre mille cose da dire su di me, ma credo sia già un miracolo il fatto che tu abbia deciso di leggere fin qui. Quindi meglio non tirare troppo la corda. Spero che questa breve panoramica su di me ti abbia permesso di sentirti un po’ più vicin* all’autrice di Glameen.